Il coraggio di indignarsi

Domenica, 13 Settembre, 2015

      Sentirei di mancare di amicizia se non parlassi della mia evoluzione in questo momento, che è la ragione per cui non ho svolto come tutti gli anni la meditazione mattutina strettamente religiosa. La mia vita è sempre stata un passaggio interno, che credo e spero dovuto alla devozione che ho scelto verso lo Spirito santo perché - questo è il fondamento della mia fede – sono convinto che sia lo Spirito santo a dirigere la storia e l'evoluzione dei tempi, pur rispettando la libertà dell'uomo. Ho sentito nitidamente come un suono di campana che tutto il Vangelo è condensato in una frase di Gesù: c e r c a t e prima il regno di Dio e la sua giustizia. Prima ancora della vostra devozione particolare, prima della preoccupazione di salvare l'anima: cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia. La seconda verità che ha battuto per molto tempo dentro di me è una frase di Paolo: fare la verità nell'amore. Non si possono disgiungere queste due qualità, l'amore e la verità. Con queste due verità sto vivendo questi ultimi anni della mia vita e credo che non mi lasceranno più, cercando sempre, come posso, di aiutare l'avveramento di queste due esigenze che sono dettate e rinnovate dallo Spirito santo. Questa è una costante della mia vita: tu lasciati tormentare, poi un giorno ti sarà chiaro, capirai. Il giorno della chiarezza è venuto qualche mese fa quando, dopo aver ricevuto alcune persone, ho trovato sul mio tavolo un libro di dimensioni imponenti, con 650 pagine. Non voglio diventare pazzo, ho cercato di allontanarlo da me perché non mi venisse la tentazione, invece la tentazione mi è venuta il giorno dopo e ho cominciato a sfogliarlo per curiosità. L'autore Sergio Soave è il sindaco di una cittadina del Piemonte, Savigliano, e il titolo del libro è: Senza tradire, senza tradirsi. È la storia della vita politica in Europa dopo la guerra del 1915, epoca in cui le grandi forze popolari del socialismo e del comunismo suscitavano la ricerca di rinnovamento e di cambiamento. Il libro ricostruisce la storia di due personaggi, uno conosciuto per le sue opere letterarie, Ignazio Silone, e l'altro piemontese, a me sconosciuto fino ad ora, Angelo Tasca. Progredendo nella lettura, che mi appassionava sempre di più, ho cercato di raggiungere l'autore, per dirgli che il suo libro risolve un problema che mi tormenta da tempo e che mi sarebbe piaciuto incontrarmi con lui. Dopo neanche una settimana questo sindaco è venuto da me, e abbiamo condiviso molti pensieri. Il problema che mi ha tormentato in questi ultimi anni, da quando sono rientrato definitivamente in Italia, e che continua a tormentarmi è questo: come facciamo noi cristiani a vivere in una società che è il tradimento totale dei precetti evangelici? Come facciamo? Noi cristiani dobbiamo interessarci singolarmente alla salvezza della nostra anima, e disinteressarci di vivere in una società che contraddice totalmente il vangelo? Allora perché Gesù ha detto cercate per primo il regno di Dio? Vedo intorno a me l'insensibilità totale dei cattolici italiani che votano quasi dormendo, che siccome mangiano bene tre volte al giorno e possono soddisfare certe curiosità di consumo o della tecnica, allora dicono pazienza, perché interessarmi alla politica? Io mi arrangio da me. Al contrario ho sempre pensato e ancora penso che un cristiano non possa vivere in una società che smentisce completamente il vangelo, a cominciare dalla prima beatitudine: beati i poveri in spirito. Non ho mai pensato che il messaggio di Gesù sia una verità astratta: fare la verità dice Paolo, non credere in un dogma. Il regno di Dio predicato e praticato da Gesù è mescolato ai poveri e per spiegarlo meglio ci ha lasciato una brevissima preghiera: venga il tuo regno sulla terra, come nel cielo. Il cielo si trasferisce sulla terra, in che cosa la terra può imitare il cielo? Nella giustizia, nell'amore, nel formare una famiglia umana che viva in una atmosfera di amore.
Silone e Tasca sono i soggetti del titolo scelto per questo libro: non tradirsi e non tradire, non tradire se stessi e non tradire gli altri. Veramente è un titolo pungente, che non lascia pace. Silone perse la famiglia nel terremoto di Calabria e fu soccorso da un missionario che ha rispettato profondamente le sue idee. Prima del terremoto Silone era rimasto fortemente colpito dalla povertà dei contadini della Calabria, si era risentito e si era domandato: come possiamo aiutarli? Si iscrisse al partito socialista poi diventò comunista, come Tasca. Erano entrambi comunisti senza conoscersi, entrambi molto stimati dalle autorità russe, entrambi fecero carriera, diventando capi Nel partito comunista. Tutti e due, pur senza conoscersi, sono arrivati alla conclusione consapevole che la verità politica dovrebbe essere socialismo più cristianesimo. Perché non arriviamo a formare una società giusta? Ci mancano le idee giustizia, i progetti? No, ci manca l'amore all'uomo. Ci manca l'amore agli altri e la mancanza di questo amore ci fa essere rivali l'uno con l'altro. E dove si trova l'amore? Tasca dice: nel vangelo. Quest'uomo, di cui scrive il vangelo, ha dato la sua vita, ha sparso il suo sangue per insegnarci ad amare. Pur lontani dalla Chiesa, questi due uomini politici sono giunti alla conclusione che per avere pace e giustizia, la società deve unire socialismo e cristianesimo: l'amore deve diventare politica, deve assumere i poveri, la giustizia e l'amore ci devono scomodare, perché noi vorremmo costruire una società giusta ma senza interessarci di persone che ci scomodano. Questi due uomini sono stati considerati traditori dal partito comunista, e Soave ha trascorso cinque anni negli archivi, a studiare e documentarsi, perché voleva dimostrare che passare al cristianesimo non voleva dire abbandonare l'impegno sociale e politico, voleva dire rendere questo impegno politico più profondo attraverso l'amore all'uomo.  Allora mi sono dato pace. Quello che manca a noi oggi, in Italia e nella Chiesa, è di realizzare il regno di Dio sulla terra. Oggi la politica è stata svuotata, ci annoia, ci obbliga ad impegni che non possiamo mantenere, dobbiamo salvare il denaro, e allora viviamo in questa palude dove affoghiamo poco a poco. La Chiesa si è fermata a predicare la verità astratta che ormai fa parte del patrimonio filosofico che Levinas dichiara morto. La verità si fa nel mondo, nelle occasioni che ci capitano, nei doveri di non trascurare i nostri fratelli che stanno nella povertà. La verità non sono i dogmi, è materializzata nella storia, nel tempo. Se Gesù fosse uno dei tanti idoli fissati nel tempo, la stessa statua immobile, se non fosse presente nella storia, se non cammina con noi nel tempo chiedendoci di essere accompagnato, se non ci tormentasse, sarebbe un idolo come tutti. Forse potevo lasciarvi un messaggio più dolce, ma ho un debito di verità verso di voi e verso tutte le persone che incontro nella vita. Insegnaci a essere veri, a fare la verità nell'amore.