Domenica andrò a votare

Giovedì, 28 Febbraio, 2019

Domenica andrò a votare alle Primarie del Pd, questa volta, da semplice elettore di centrosinistra. Il dibattito non mi ha entusiasmato perché non ho percepito del tutto quelle novità importanti per ridefinire la proposta politica che serve alla sinistra per recuperare consenso e fiducia. 
Il Pd ha preso una botta alle elezioni dell’anno scorso, ma non ci sono ancora i segni di un cambio di passo, di quella svolta radicale di strategia, di programma e di classe dirigente necessaria a ridare senso e credibilità ai valori e ad una proposta di futuro per l’Italia. Da un anno il Pd è ripiegato su stesso, paralizzato dai suoi barocchismi congressuali ormai incomprensibili ai più , privo di una strategia, di una linea, di una capacità di dialogo con la società e con gli elettori. Prosegue la contesa nei gruppi dirigenti secondo le insopportabili opposizioni tra “riformisti veri” e “conservatori impenitenti”, tra “vecchi/nostalgici e innovatori/autentici”, tra “cupi post comunisti” e “democratici del futuro”, tra “amici dei grillini” e “riformatori senza complessi e senza macchia.”
Ma quanto potrà durare ancora questa narrazione da stadio e quando si comprenderà che se c’è una minima possibilità di recuperare la fiducia degli elettori che se ne sono andati (6 milioni dalle elezioni europee), si potrà attivarla soltanto recuperando un profilo di unità e di coesione di tutto il campo dei progressisti?
Voterò Nicola Zingaretti, perché mi è sembrato il candidato più capace di introdurre la discontinuità che serve al Pd e di assicurare l’apertura di un dialogo capace di ascolto e di attenzione, con le forze più vivaci e più fresche di una sinistra presente e diffusa nel Paese. Penso ai tanti soggetti emergenti dell’impegno civile, sociale e ambientale , anche di estrazione religiosa, del sindacato, del volontariato e delle rappresentanze economiche e professionali. C’è una sussidiarietà della politica e dell’impegno democratico che va riconosciuta e valorizzata, nei contenuti delle sue proposte, nella competenza delle sue pratiche e nella capacità dei suoi gruppi dirigenti.
In ogni caso, spero che chiunque vinca la contesa, dal giorno dopo impegni tutte le sue forze e quelle di una squadra rinnovata e capace, per assicurare l’unità del Pd e di un nuovo centrosinistra e il superamento definitivo di quella postura arrogante, polemica e divisiva che ha allontanato tanti elettori e tanta gente per bene dal nostro campo.