Destra e sinistra: un’antinomia ancora attuale nel nuovo scenario politico tripolare

Giovedì, 10 Maggio, 2018

In questo periodo politicamente convulso, sempre più frequentemente si sostiene che Destra e Sinistra non esistono più. Al contrario, è mia profonda convinzione, che queste due categorie politiche esistano ancora e più che mai sono alternative nella loro visione del mondo e nella prassi del progetto della convivenza umana. Sono altrettanto convinto che Destra e Sinistra, nei contesti sociali, rappresentino un rapporto inalienabile nella vita della politica democratica rappresentativa. Formalmente, dall’esperienza parlamentare della rivoluzione francese ai giorni nostri, la relazione tra Destra e Sinistra, rappresenta una realtà dinamica che storicamente si è determinata in metodi, movimenti, sindacati, partiti ed istituzioni che, nel bene e nel male, sono arrivate fino ai nostri giorni in un incessante rapporto che continuerà finché vi sarà una società democratica con le sue istituzioni. Questa è una relazione che deve rimanere in equilibrio senza delegittimazione reciproca delle parti: col metodo democratico, Destra e Sinistra, possono alternarsi al Governo delle Istituzioni per la ricerca del bene comune di tutta la comunità. Ricordati questi concetti, generali ma, basilari della sociologia politica, rammento che già Menenio Agrippa, descriveva l’esistenza di chi pensa e chi lavora, di chi sfrutta e di chi è sfruttato, di chi conosce e domina e di chi ignora ed è dominato.

La nuova ed attuale vulgata dei media e del governo digitale dell’informazione e della comunicazione serve ancora per questi fini: sono mezzi e strumenti funzionali a mettere ciascuno esattamente al suo posto. Il grande ed invadente sistema di comunicazione moderno, imperniato sulle TV, ma soprattutto sui media digitali, riesce a veicolare e muovere la maggioranza del consenso politico su notizie vere, false o faziose, costruite e veicolate nei tempi propizi per costruire nuove tendenze.

Già nel 1994, il grande filosofo Norberto Bobbio, a proposito della diversità peculiare tra Destra e Sinistra, scriveva: “Il popolo di destra e il popolo di sinistra - sistematicamente mostrano delle diversità nei confronti dell'idea di eguaglianza. Naturalmente, eguaglianza e diseguaglianza sono concetti relativi: né la sinistra pensa che gli uomini siano in tutto eguali, né la destra pensa che essi siano in tutto diseguali. Ma coloro che si proclamano di sinistra danno maggiore importanza, nella loro condotta morale e nella loro iniziativa politica, a ciò che rende gli uomini eguali, o ai modi di attenuare e ridurre i fattori della diseguaglianza; mentre coloro che si proclamano di destra sono convinti che le diseguaglianze siano un dato ineliminabile, e che in fin dei conti non se ne debba neanche auspicare la soppressione”. Da questa definizione generativa, ricordata da Bobbio, è doveroso, richiamare altre categorie politiche specifiche delle due parti. Diversamente dalla Destra sovranista, nazionalista e classista, la Sinistra democratica è sempre stata una forza politica cosmopolita con principi e valori che la caratterizzano: è per un welfare state universale, ha una forte tensione per una sostenibilità sociale, economica ed ambientale (ecologia integrale), lotta per la conquista dei diritti civili per tutti/e attraverso la pace e la non violenza.

La Sinistra democratica è impegnata per la diffusione della carta dei diritti dell’uomo dell’ONU e l'applicazione del conseguente diritto internazionale regolatore delle dinamiche di geopolitica, della finanza, della tecnologia e dei processi di globalizzazione a favore del lavoro per il superamento dell’imperante sistema sociale neoliberista. Per noi continentali è fondamentale pensare e lavorare per la costruzione di un’Europa Unita e Federale. Nello scenario politico attuale di casa nostra, in questi ultimi anni, si è sviluppato un nostrano populismo, coagulato intorno ad un cosiddetto terzo polo che si definisce ne di Destra ne di Sinistra. Sostenere questa tesi, penso sia paradossale e fuori del tempo, in quanto un riformismo progressista è di Sinistra ed uno conservatore è di Destra. Anche gli strumenti ed i mezzi che si usano per raggiungere gli obiettivi e le finalità rientrano in maniera ben definita in questa netta divisione.

Per ritornare nello specifico degli ultimi sviluppi politici del nostro paese, dopo le elezioni del 4 Marzo, non è accettabile scrivere dei programmatici e limitati CONTRATTI per vedere chi ci sta. E' impossibile scegliere politicamente col metodo del sorteggio: TESTA o CROCE, con chi allearsi per attuare i punti programmatici del contratto. La politica della Prima Repubblica era troppo incentrata sui fini, quella della Seconda, troppo sui mezzi. Senza demonizzare o mitizzare ne i fini, ne i mezzi, occorre attribuire ad ognuno il giusto valore e ritornare con il metodo democratico a ristabilire le parti politiche di riferimento di una Sinistra e di una Destra democratica alternative tra di loro, che abbiano una visione e degli ideali distintivi (fini) e una capacità comunicativa (mezzi) per ottenere il consenso appropriato, per governare le società complesse ed ancora vitali del mondo occidentale, compreso il nostro amato Paese. Nell’attuale scenario politico tripolare, dopo esserci contati col metodo proporzionale prevalente, senza arrivare ad alcuna alleanza di Governo, è obbligatoria la scelta di una legge elettorale che dia la possibilità di stabilire in un secondo turno chi delle forze politiche possa Governare per un’intera legislatura.

La Repubblica Italiana, dopo 73 anni di vita è un bene talmente prezioso che nessuno più osa metterla in discussione, tuttavia, ha bisogno di una stabile governabilità che non ha mai avuto. Ora più che mai è maturo il tempo per dare al Paese quelle Istituzioni (compresa la legge elettorale) democratiche e bilanciate per un terzo tempo della Repubblica. Citando Ruffilli: “Ridare lo scettro ai cittadini”, per scegliere chi deve governare e lasciare governare chi è stato eletto almeno per un’intera legislatura. Se non ora quando?