Democrazia ed organizzazione nel Partito Democratico

Venerdì, 1 Febbraio, 2019

I lettori del nostro sito già conoscono Antonio Floridia, perché è stata descritta la sua opera di studioso della democrazia deliberativa à la J. Habermas: la qualità della democrazia non si valuta solo dal numero dei voti, bensì dalla efficacia di cornici sociali che agevolino le cittadini ed i cittadini ad incontrarsi, a discutere, ad argomentare ed a controargomentare, a scambiarsi opinioni, essendo disponibili a cambiare idea durante il pubblico dibattere. Adesso Floridia torna in libreria con il libro Un Partito sbagliato, edito da poche settimane da Castelvecchi, e che si occupa di democrazia e organizzazione nel Partito democratico. I capitoli del testo investigano lo “spirito del Lingotto” ed i miti fondativi del PD; quale idea fondi l’impianto dello Statuto del PD; le primarie, il loro uso ed il loro abuso; la questione se il PD abbia una cultura politica propria; se il PD, nei modelli organizzativi adottati, sia più un partito post-democristiano oppure post-comunista. Nella ricostruzione dell’autore, l’Assemblea nazionale del PD non si configura come luogo autonomo di rappresentanza di culture politiche o di visioni del mondo, ma come la sede i cui membri eletti sono in realtà tali, perché trainati dal candidato Segretario vincente. Floridia evidenzia la regola per cui ci possono essere più liste a sostegno di un solo candidato Segretario nazionale, e che si tratta, tra l'altro, di liste bloccate, senza la possibilità di esprimere preferenze. Questo qualificherebbe il PD come “un partito in franchising”, in cui il Segretario nazionale controlla la Assemblea (e non viceversa...simul stabunt simul cadent) e nei territori comanderebbero quei notabili che si sono schierati, contandosi, con una propria lista a sostegno del vincitore. Floridia non dimentica che lo Statuto del PD contiene la previsione di momenti di dibattito e di acculturazione vicendevole, come i Forum tematici, l'Albo dei cittadini elettori (in realtà però mai realmente attivato), il Sistema informativo per la partecipazione, ed anche il ricorso ai referendum degli iscritti (nemmeno questo mai attivato come quello svoltosi lo scorso anno nella SPD tedesca dinanzi al bivio politico se appoggiare o rifiutare la nuova Grosse Koalition con Angela Merkel). 

 

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