Dalla parte di chi ha scelto di non odiare

Venerdì, 13 Dicembre, 2019

In Italia, nel 2019, assistiamo ad un fatto ignobile: una donna di 89 anni deve essere scortata dai Carabinieri perché racconta la sua storia di bambina ebrea deportata nei campi di concentramento e invita i giovani a ricordare e coltivare la pace.

Duecento messaggi al giorno di odio vengono postati sui social contro questa donna di 89 anni. Messaggi che trovano la loro ragione in un clima di odio diffuso, di divisione permanente tra parti contrapposte.

Molti sostengono che non esista un problema di razzismo in Italia, ma si tratta di mera strumentalizzazione per creare ad arte quella paura che porta consenso politico. Qualunque sia la ragione, il problema esiste ed è un problema di odio diffuso, tutti contro tutti: prima i meridionali, dopo i negri e poi si torna agli Ebrei, ma sempre razzismo è!

È stucchevole assistere a ragionamenti di identità nazionale, identità culturale, identità religiosa per giustificare un non-valore: tali ragionamenti perversi fanno un grave torto agli stessi valori sottesi a tali identità.

Da cattolico non posso essere d’accordo con chi, in nome della fede, afferma di essere stato offeso dalle parole di Liliana Segre sull’ebraicità di Gesù, come ha fatto nella seduta del consiglio comunale di Trieste del 18 novembre scorso il consigliere Fabio Tuiach, ex Lega, ora in Forza Nuova. Ritengo che, da credenti, abbiamo il dovere di essere fautori e testimoni di amore e non comprendo per quale motivo dovrebbe esserci da parte vaticana il timore che un incontro con la sen. Segre possa fare entrare la gerarchia ecclesiale nel gioco delle contrapposizioni politiche (tema sottolineato dalla stampa in occasione dell’incontro del card. Parolin con la senatrice a margine dell’apertura dell’anno accademico dell’Università Cattolica).

Peraltro, in un articolo apparso su “Repubblica” lo scorso 30 novembre, era toccato al giornalista laico Corrado Augias rammentare agli smemorati, con ampia citazione di passi della Scrittura e di estratti del magistero dei pontefici, come la Chiesa abbia espressamente riconosciuto con il Concilio Vaticano II l’ebraicità di Gesù. Così come non può essere dimenticata la storica visita di Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma nel 1986, nel contesto della quale il papa si rivolse agli ebrei chiamandoli “fratelli maggiori”.

Il tema dell’odio non è un tema politico, ma un argomento che interroga profondamente la nostra coscienza di credenti.

È evidente la strumentalizzazione politica, e in questo clima di totale contrapposizione qualcuno vuole dividere la gente tra chi è a favore e chi è contro l’odio. Una prova di tale assurda contrapposizione si è avuta quando la maggioranza ha votato a favore della creazione di una commissione parlamentare per il contrasto ai fenomeni dell’intolleranza, del razzismo, dell’antisemitismo e dell’istigazione all’odio e alla violenza, mentre tutto il centro-destra si è astenuto, ben consapevole che, secondo il regolamento del Senato, l’astensione vale come voto contrario. Non solo questa divisione politica è stata grave, ma ancor più disdicevole è risultato il fatto che i parlamentari del centro-destra non si siano uniti agli applausi dei parlamentari della maggioranza a favore della senatrice a vita.

Questa politica arma, al momento, solo le tastiere di quei duecento “infami” che ogni giorno pubblicano messaggi di odio contro l’anziana donna che racconta a noi e ai nostri figli la cattiveria umana che ha subito quando era ancora bambina.

Su temi come il razzismo non possono essere tollerate contrapposizioni, l’antirazzismo e l’antifascismo costituiscono altrettanti fondamenti della nostra Costituzione, chi è razzista è fuori dalla legge, è fuori dalla Costituzione.

Il codice penale prevede come reato, con pene fino a sei anni, la stessa propaganda all’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa (art. 604-bis c.p.); le pene sono duplicate per tutti i reati che hanno come finalità il favorire l’aggregazione di gruppi che hanno come scopo associazioni e movimenti razzisti (art. 604-ter c.p.).

La cronaca riferisce che la stessa senatrice non nasconde la tentazione di abbandonare la guida della neonata commissione contro l'antisemitismo, il razzismo, l'odio e la violenza. A tanta delusione, per fortuna, rispondono le istituzioni e la gente di “buona volontà”.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dichiarato che “se è necessario a una signora anziana che non ha mai fatto male alcuno ma che il male lo ha subito da bambina in modo crudele come Liliana Segre di avere una scorta, vuol dire che questi interrogativi dei bambini, che chiedono solidarietà invece di odio, non sono astratti o retorici, ma molto concreti”.

Anche i sindaci d’Italia – oltre seicento – si sono trovati a Milano ed hanno manifestato tutta la loro vicinanza alla senatrice Segre, fra i quali diversi esponenti del centro-destra.

È la stessa senatrice Segre che ci indica l’unico percorso possibile contro le contrapposizioni, affermando dal palco, insieme con i Sindaci d’Italia: «Siamo qui per parlare di amore e lasciamo l’odio agli anonimi della tastiera e invece guardiamoci da amici anche se ci incontriamo anche per un attimo».

In un discorso di alcuni giorni prima, intervenendo all’Università di Bergamo in occasione della cerimonia che le ha conferito il dottorato honoris causa, la senatrice ha detto: “Mi chiedo: che futuro ci sarà per la memoria? Io non ho meriti, sono solo una testimone che vi parla da nonna. E da nonna vi dico: non dimenticate la Storia. È tutto ciò che può permetterci di essere consapevoli e dunque di scegliere da che parte stare. Io, nonostante tutto, ho scelto di essere una donna di pace. Una donna che non perdona e non dimentica, ma che ha scelto di non odiare»