Cronaca da Fonte Avellana

Mercoledì, 25 Settembre, 2019

Dal 20 al 22 settembre si è svolto presso il Monastero di Fonte Avellana il seminario di studio ad invito, ormai tradizionale appuntamento annuale di “Argomenti2000”. Tre giorni di intenso lavoro, ascolto e dialogo, con circa 50 partecipanti, ritmati dalla preghiera dei monaci e dalla riflessione biblica dettata da Dom Gianni Giacomelli (la chiamata inclusiva di Levi nel vangelo di Luca, l’impegno per la giustizia indicato dal profeta Amos) e di don Franco Appi (la parabola dell’amministratore disonesto e l’impegno a condividere la ricchezza). Il tema  “il mondo soffre per mancanza di pensiero” ha evidenziato il motivo di fondo dell’incontro: darsi un tempo per una riflessione condivisa e per la elaborazione di proposte in vista della “Costituente delle Idee”, prossimo appuntamento allargato di “Argomenti 2000” previsto per il prossimo 14 dicembre  In questa prospettiva - dopo il saluto di Alberto Clini presidente del Cerses - Ernesto Preziosi ha introdotto i lavori richiamando due elementi chiave della situazione attuale: la crisi del sistema democratico su scala europea, lo scollamento tra discorso politico ed elaborazione culturale, connesso alle difficoltà delle principali culture politiche (popolare, socialista e liberale) di fronteggiare efficacemente le pericolose sirene del sovranismo e del populismo. Da qui la necessità di sviluppare un lavoro di studio e di confronto, non solo in termini di analisi, ma anche di elaborazione e di proposta. Il servizio che si propone “Argomenti2000” è quello di offrire un luogo di aggregazione politica, che - a partire da una ispirazione cristiana e dal riferimento al magistero della chiesa - liberamente discute su quanto è necessario, positivo e possibile per il Paese intero (fuori dalla dipendenza da un capo o da un approccio integralista ai problemi della nostra società).

La dimensione storica e sociale appare quindi necessaria per sviluppare l’analisi della dinamica attuale. Su questa si è soffermato il prof. Enrico Galavotti, con un ampio excursus sul rapporto cattolici/politica dal periodo post-unitario fino ai giorni nostri.  Il secondo passaggio di analisi ha riguardato la comprensione della situazione attuale e delle modalità di operare in essa da parte dei laici cattolici: hanno offerto una approfondita lettura Matteo Truffelli, presidente nazionale ACI, Beppe Elia, presidente nazionale del MEIC, Roberto Rossini presidente nazionale ACLI. Se la sfida è assumere la realtà e fare i conti col nostro essere minoranza nel paese, si tratta di elaborare buone idee, che - argomentate politicamente - possano essere accolte e considerate buone per tutti, ben oltre l’appartenenza ecclesiale. Nel contempo occorre rispondere alle contrapposizioni tra territori e generazioni, e ai processi di disintermediazione oggi in atto, costruendo luoghi e strumenti per darci nuove forme di intermediazione tra il singolo cittadino e le istituzioni politiche.  Se inquieta la diversa percezione del Vangelo rispetto al giudizio su alcuni problemi (l’accoglienza dei migranti, il rapporto con il diverso, …) ampiamente legata ai veleni introdotti anche nel mondo ecclesiale da propagande che fanno leva su paure e pregiudizi, analoga preoccupazione desta la crisi della democrazia rappresentativa (astensionismo, sfiducia nella classe politica) e la deriva della forma partito verso aggregazioni solo elettorali e fissate sulla figura ‘ carismatica’ di presunti (e provvisori) leader. Da un lato occorre lavorare per una nuova alfabetizzazione politica/democratica (anche attraverso concrete esperienze di democrazia e di partecipazione), dall’altro contribuire a ‘rammendare‘  il tessuto ecclesiale, che si presenta sfilacciato tanto quello sociale (col rischio del formarsi di due chiese, di cui una si allontana dal magistero). Compiti che l’associazionismo cattolico è chiamato a rendere operativi, sia attraverso l’azione di gruppi di riferimento per quanti si impegnano in politica, sia coinvolgendo i cattolici che si dicono ormai indifferenti alla politica e vanno formati al senso della responsabilità personale e sociale.

Il secondo versante del lavoro svolto nel seminario, introdotto dal prof. Riccardo Saccenti, ha riguardato la elaborazione di un “manifesto per l’Italia”. Esso ruota intorno a tre questioni/proposte qualificanti: autonomia/regionalismo; sistema fiscale/stato sociale; sviluppo socio-economico/terzo settore. A tal fine si è passato al dialogo su temi specifici: lavoro/economia; famiglia e fiscalità; sanità; istruzione e ricerca, tutti considerati però alla luce di dimensioni trasversali: l’Europa, l’ambiente, la fedeltà nell’attuare la Costituzione. E proprio il contesto europeo è stato al centro dell’ultima sessione di lavoro dedicata al dialogo con la dott.sa Beatrice Covassi, capo della rappresentanza in Italia della Commissione Europa: nel sottolineare l’illusione che la risposta alla globalizzazione possa essere la chiusura nazionalistica, ella ha segnalato sia i punti di forza che i limiti dell’attuale lavoro europeo, richiamando la forte attualità dei principi fondativi dell’Unione Europea e la necessità di un lavoro di ‘alfabetizzazione europea’ sia tra gli adulti e nei media, sia nella scuola.