Contrasto alla violenza di genere

Mercoledì, 25 Novembre, 2020

Il tema del contrasto alla violenza di genere assume in questo tempo un significato particolare se consideriamo che, come ci ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità, le misure restrittive e il lockdown introdotti quest’anno in molti paesi, per contrastare la diffusione del coronavirus, hanno generato aggressività, isolamento e paura con un conseguente aumento dei casi di maltrattamenti e violenza.
Non parliamo solo di aggressione fisica, ma anche di vessazioni psicologiche, di ricatti economici, di minacce, di varie forme di violenza sessuale, di persecuzioni,  fino all’epilogo più grave come il  femminicidio.
“Alla base di tutte queste forme di violenza vi è l’idea dissennata e inaccettabile che il rapporto tra uomini e donne non debba essere basato su di un reciproco riconoscimento di parità", dice il nostro Presidente della Repubblica.
Per questo motivo non possiamo illuderci che questo fenomeno si possa affrontare esclusivamente con l’impostazione sanzionatoria, seppur necessaria e imprescindibile.
Ciò che va cambiato sono i pregiudizi e gli stereotipi diffusi nella società per promuovere, uomini e donne insieme, un nuovo modello di convivenza fondato sul rispetto, sulla parità dei diritti e dei doveri, ovvero sull’uguaglianza.
E’ un cambiamento culturale quello che si chiede. Per questo motivo si deve assolutamente cominciare dall’esempio che uomini e donne insieme, che le  istituzioni e la politica e i media devono dare ogni giorno nelle forme e nel linguaggio.
Troppo spesso infatti esso esprime giudizio, discriminazione e divisione. Troppo spesso appare violento e spregiativo con parole che feriscono e distruggono le persone.
Il ruolo decisivo della comunità è quello di unire, non di dividere, è quello di vivere e raccontare la parità, l’uguaglianza, perché è solo da una comunità così che la  donna si sentirà protetta, al punto da capire che uno schiaffo ricevuto non è solo uno schiaffo, che la denuncia non sarà un atto di cui vergognarsi, ma la giusta soluzione a un percorso di violenza subita.
Fino a quando le nostre comunità non impareranno a vivere così, facendosi  carico di sostenere le vittime, l’impegno delle Istituzioni resterà incompiuto.

Daniela Spadoni
Assessora al Welfare, Argomenti2000 Imola