Brutta...pest: prove di dittatura?

La legge approvata dal parlamento ungherese da all'esecutivo la possibilità di governare attraverso decreti senza la necessità di consultarsi con l'Aula e, anzi, prevede che il parlamento possa essere chiuso fino a data da destinarsi e le elezioni possano essere sospese.
La legge vorrebbe essere un provvedimento legato all'emergenza dell'epidemia. In realtà si tratta di emergenza ben relativa se in Ungheria i contagiati sono 447 e i morti 15; in realtà dietro potrebbe esserci ben altro.
I provvedimenti di urgenza, così come accade in Italia, possono essere adottati a tempo dai governi, sotto il controllo del parlamento, e dentro i termini previsti dalle costituzioni. Quanto accaduto a Budapest assomiglia invece ad un provvedimento illiberale che di fatto annulla la voce delle opposizioni, prevedendo tra l’altro anche una norma che punisce con 5 anni di carcere i giornalisti che pubblichino notizie non controllate in tema di epidemia, ecc.
Vi sono due aspetti da mettere in evidenza. In primo luogo le implicazioni sullo scenario europeo. L'Ungheria ha già in piedi una procedura d'infrazione con la UE per la violazione dello stato di diritto; il partito di Orban è attualmente sospeso dal Partito Popolare Europeo (difeso da Tajani e Berlusconi) cosa farà ora l'Europa? Il senso, l’autorevolezza della Unione Europea si vedrà anche in questo. E dobbiamo sperare che si faccia sentire.
L'altro aspetto riguarda le adesioni italiane alla legge approvata in Ungheria, Matteo Salvini (distraendosi per un momento dal suo noto clima di raccoglimento e di preghiera), si è precipitato ad esprimere la sua approvazione, seguito dalla leader di Fratelli d'Italia, e con qualche timidezza in più, da ciò che resta del partito di Berlusconi.
L'approvazione, come è ovvio si copre con il fatto che la legge è stata approvata a maggioranza dal parlamento. Aspetto formalmente impeccabile che però non basta a coprire la sostanza. Peccato infatti che la memoria corta di tanti fatichi a ricordare che anche Mussolini e Hitler arrivarono al potere con una maggioranza parlamentare facendosi consegnare "democraticamente" dal parlamento il potere.
Abbiamo di fronte anche tentativi, recenti (basti pensare a Erdogan in Turchia, di leader che passando per vie democratiche smantellano i principi cardine di uno stato democratico, assumendo i "pieni poteri" e neutralizzando le opposizioni.
Non possiamo farci ingannare, il pensiero liberale, anche nella versione democratico-cristiana, che fu protagonista della costruzione europea dell'ultimo dopoguerra, non può accettare compromessi quando si tratta di esercizio della libertà e di tutela delle forme democratiche.
A quanti in buona fede, nel nostro Paese simpatizzano per la destra, va ricordata la storia e rivolto un caldo invito a riflettere sui rischi che i “pieni poteri” riservano.